Se arriveranno gli avvisi di garanzia, se i dirigenti ostacoleranno il sindaco, queste manovre si ritorceranno contro di loro.
Diciamoci la verità: se una frase del genere l’avesse pronunciata Berlusconi vent’anni fa, in relazione a un sindaco qualsiasi eletto nelle liste di Forza Italia in una qualsiasi città italiana, in molti avrebbero iniziato a stracciarsi le vesti e a prodursi nelle lamentazioni che conosciamo fin troppo bene, avendole sentite decine e decine di volte.
In testa al coro, naturalmente, ci sarebbe stato lui, Beppe Grillo, insieme a tutti i suoi accoliti: per i quali fin troppe volte un semplice avviso di garanzia è stato più che sufficiente per fare sfoggio di un giustizialismo tanto fondamentalista quanto urlato, e le ipotesi complottiste sui magistrati politicizzati hanno rappresentato a lungo altrettante confessioni di colpevolezza, specialmente se declinate, come si dice, mettendo le mani avanti.
Senonché, oggi una frase del genere non viene pronunciata da Berlusconi, ma da Grillo. Il quale, evidentemente, ha smesso di ritenere che gli avvisi di garanzia equivalgano alle condanne per passare a una posizione più articolata, in base alla quale essi assumono significati diversi, o per meglio dire opposti, a seconda di chi li riceve: sentenze inoppugnabili di colpevolezza nei casi in cui riguardano gli altri, dimostrazioni cristalline di onestà, in quanto evidentemente riconducibili a meccanismi cospirativi, quando toccano a loro.
Così quello che fino a ieri, per l’universo mondo, altro non è stato che un marchio d’infamia, da oggi, e solo per i grillini, si trasforma paradossalmente in un vero e proprio bollino di onestà: e contestualmente iniziano a prendere forma, a esistere nel mondo reale, le “manovre” che fino a pochi mesi fa, quando venivano evocate da altri, costituivano irripetibili occasioni di prodursi in frizzi, lazzi e attribuzioni di nomignoli assortiti.
Proprio come quello che lo scrivente, indegnamente, è stato costretto a coniare nel titolo di questo post.
Il nostro amico, del resto, se lo merita.